KalenDiario -Graffi e Graffiti di Donna, di Concetta Antonelli

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Concetta Antonelli, scrittrice pugliese

Concetta Antonelli è una scrittrice nata a Monopoli (Ba) e vissuta un po’ in tutta Italia. Da poco è uscito uno dei suoi capolavori, KalenDiario- Graffi e Graffiti di Donna.

Concetta Antonelli, scrittrice pugliese

Si tratta di dodici racconti (pagine di diario in un anno di vita di altrettante donne), che recano in sé i segni incisi dall’esistenza, leggeri o profondi, dolorosi o felici, nostalgici o proiettati nel futuro.

Io ho avuto il piacere di intervistarla.

  • Concetta come descriveresti a livello caratteriale i protagonisti delle tue storie?

Sono personaggi diversi tra loro, per età, vicende, condizioni sociali, reazioni. Hanno una caratteristica in comune: sono combattivi ed amanti della vita.

  • Se dovessi descriverli parlando dell’abbigliamento, come sarebbero vestiti?

Beh, di alcuni personaggi gli abiti sono proprio descritti, servono a presentare il personaggio vero e proprio. Ogni personaggio presenta uno stile adatto alle proprie esigenze.

  • Che rapporto hai con la moda e chi è il tuo stilista preferito?

Non ho un gran rapporto personale con la moda, scelgo in base a criteri ben precisi. Mi piace osservare la moda, perché la ritengo indicativa della nostra società nel suo evolversi.

Mi piace molto il brand Graziella Braccialini.

  • Ti riconosci nella moda di quest’anno? Pantaloni a vita alta sportivi, bermuda, camicia con ruches, minidress, pouch bag, pochette nere e colorate? Hai un accessorio a cui non rinunci mai prima di uscire?

Mi riconosco sempre relativamente nella moda, uso un mio stile, che è fatto soprattutto di praticità, sobrietà, qualità, come del resto è logico alla mia età.  Amo i pantaloni ed anche qualche particolare civettuolo, non rinuncio mai alle sciarpe, ecco, le sciarpe sono sempre con me…

  • La tua terra e la sua storia quanto hanno influito nel tuo libro a creare l’atmosfera giusta? Se dovessi collocarti all’interno della storia come saresti vestita?

Non credo si possa prescindere dalla propria terra e dalla propria storia nello scrivere e nel descrivere personaggi ed atmosfere. Ad esempio, in Pedalando in collina, racconto del mese di luglio, in KalenDiario, parlo delle colline di Mola, delle ville del posto che ho “vissuto per diversi anni e dell’atmosfera Anni 50/60 che la protagonista “sente” su quella strada:

… è facile immaginarvi merende sull’erba, giovani signore con cappellini di paglia e abiti di rasatello stretti in vita da cinture alte, bambini con calzoni corti e bimbe con gonnelline a pieghe che giocano vociando…”

Se fossi una delle protagoniste dei miei racconti seguirei lo stile degli stessi.

 

 

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