Il Messico ed il fico d’India diventano amici per la “pelle”

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Una nuova pelle vegetale, cruelty-free ed ecologica

America Centrale, Messico. Quì il caldo torrido spacca le brulle rocce amarante, ingiallisce i delicati steli d’erba e fa da monocromatico scenario a lussureggianti e coloratissimi fichi d’india.

E proprio dalle pale di questi verdeggianti cactus che, attraverso un tecnico e preciso processo di riqualificazione e modifica, nasce una nuova tipologia di pelle vegetale.

Una nuova pelle vegetale, cruelty-free ed ecologica

Una nuova pelle vegetale, cruelty-free ed ecologica

Fa bene all’ambiente, fa bene alla moda.

L’intrigante idea è balenata nella mente di Adrián López e Marte Cazárez; due giovani imprenditori ventisettenni di Guadalajara alla ricerca di innovazioni che fossero rispettose dell’ambiente.

Presentato il mese scorso all’importante evento Lineapelle di Milano, questo tessuto è finalmente uscito dal laboratorio dopo circa due anni di sperimentazione e ricerca. Totalmente cruelty-free ed ecologica,  questa pelle vegetale gode di un’ottima resistenza, duttilità e impiego.

Che sia un capo di moda o d’arredo, un accessorio, una borsa o delle scarpe, la pelle vegetale si modella perfettamente alle richieste del cliente, restando morbida e durevole nel tempo. Ogni metro è venduto a circa 25 euro, un ottimo compromesso tra fashion e lavorazione, sopratutto in termini di eco-friendly e costo finale.

Perché proprio una pianta grassa?

Gli inventori hanno scandagliato l’ecosistema arboreo e vegetativo del loro Paese alla ricerca di un candidato perfetto, trovandolo proprio nella pianta grassa. La scelta e la conferma di utilizzare un materiale così particolare ed inusuale deriva fondamentalmente dallo studio strutturale delle sue capillari e distintive proprietà.

Prima di tutto vi è l’onnipresenza di questa pianta spontanea, disseminata ovunque in tutto il territorio messicano: la sua abbondanza e l’irrisorio bisogno di acqua per il sostentamento, fanno del fico d’India una scelta oculata, rinnovabile e azzeccatissima.

Non di meno, il cactus è il simbolo che più viene associato al Messico, quindi diventa anche un intelligente scelta in chiave di marketing, riconoscimento e pubblicità.

Insieme a stoffe ricavate dall’ananas e dall’ulivo, dagli scarti dell’uva o della mela, questo nuovo prototipo si sta ricavando un posticino ben comodo nella moda eco-sostenibile, andando a infoltire le fila della rivoluzione vegan nella moda.

Insomma, ormai la direzione del fashion è stata tracciata. Adesso basta solo seguirla.

Si sta procedendo in direzione di uno sviluppo coscienzioso e mirato del prodotto.

I giovani imprenditori, i grandi brand, l’intera società stanno virando verso etiche nuove, green e pacifiche, ricercando in natura quell’elemento che possa, tra le altre cose, aiutare la natura stessa.

Il mantra che è alla base di questo cambiamento e di queste nuove realtà alternative è quello delle 3P: People, Planet, Profit.

               

La natura non è un posto da visitare. E’ casa nostra.
(Gary Snyder)

 

 

 

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