Codice rosso: cosa prevede la legge

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Codice rosso: cosa prevede la legge

La nuova legge modifica, inasprendola, la disciplina penale per chi si macchia di maltrattamenti

Un codice con il bollino rosso come quello che segnala le urgenze al Pronto soccorso. E’ quello previsto per le violenze di genere e domestiche, che vedono vittime quasi sempre donne e minori, dal disegno di legge approvato dal Parlamento quest’estate.

La nuova legge, che ha sollevato critiche da parte dei centri e delle associazioni contro la violenza sulle donne, introduce una corsia preferenziale per le denunce, rende le immagini più rapide ed obbliga i Pubblici Ministeri ad ascoltare le vittime entro tre giorni. In pratica, si accelera lo svolgimento delle indagini per evitare che le lentezze nell’acquisizione e nell’iscrizione di notizie di reato possano pregiudicare la tempestività degli interventi contro i reati di maltrattamenti, violenza sessuale, stalking e di lesioni aggravate se commessi in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza.

Inoltre, sono previsti tempi più rapidi per i processi, pene più severe, corsi professionali per poliziotti, carabinieri e personale della polizia penitenziaria, l’introduzione nel Codice Penale di nuovi reati come il “revenge porn” (o pornovendetta), le lesioni permanenti al volto ed il matrimonio forzato.

Cosa prevede la legge?

Violenza di genere

  • pene più severe. Il regime speciale, previsto finora solo per i gravi delitti, è esteso ai reati contro la violenza di genere ed in ambito familiare o di convivenza. Non saranno più gli inquirenti a stabilire se una denuncia o una querela per un reato di violenza domestica o di genere meriterà di essere trattata con urgenza o meno. Carabinieri e Polizia dovranno trasmettere subito la denuncia o la querela della vittima al Pubblico Ministero che dovrà ascoltare il racconto della persona offesa entro tre giorni (salvo deroghe legate alla riservatezza dell’inchiesta e per evitare di cadere nel tranello di denunce infondate e calunniose) per avviare subito le indagini.
  • maltrattamenti in famiglia. La nuova legge prevede pene più severe per i reati di maltrattamenti contro familiari o conviventi: la reclusione da 2 a 6 anni aumenta da 3 a 7 anni. La pena, inoltre, è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso “in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità” o con l’uso di armi. Per il reato di stalking (persecuzione) la reclusione passa “da 6 mesi a 5 anni” e da 1 a 6 anni e 6 mesi”.
  • il matrimonio forzato. Una delle innovazione introdotte dal codice rosso è l’articolo che punisce, con reclusione da 1 a 5 anni, il reato di costrizione o induzione al matrimonio che colpisce chi “con violenza o minacce costringe una persona a contrarre vincolo di natura personale o un’unione civile” approfittando delle condizioni di vulnerabilità, di inferiorità psichica o di necessità di una persona. Questo reato è punito anche quando il fatto è commesso all’Estero da un cittadino italiano o da uno straniero residente nel nostro Paese e la pena è aggravata (da 2 a 7 anni ci carcere) se la vittima è un minore.
  • gli altri crimini. Viene punito chi provoca deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Chi lo fa rischia la reclusione da 8 a 14 anni. Se lo sfregio causa la morte, la pena è l’ergastolo. L’altro nuovo reato previsto dalla legge (con il carcere da 1 a 6 anni) riguarda il “revenge porn”, ossia la diffusione di foto o video a contenuto sessuale per vendicarsi del partner dopo la fine di una relazione. La stessa pena si applica anche a chi riceve immagini hard e le diffonde senza il consenso dei protagonisti. Infine il codice rosso inasprisce le pene per i delitti di violenza sessuale (fino a 24 anni), amplia l’applicazione dell’ergastolo per omicidi aggravati dalle relazioni personali e prevede la reclusione da 6 mesi a 3 anni per il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento (monitorato con l’utilizzo sempre più esteso dei braccialetti elettronici) a luoghi frequentati dalla persona offesa. Ricorda infine che ora, se sei vittima di violenza, hai ben 12 mesi di tempo per denunciare anzichè i 6 previsti prima.
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