Roberta Metsola, la nuova Presidente del Parlamento Europeo

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Roberta Metsola, la nuova Presidente del Parlamento Europeo

Roberta Metsola è la nuova Presidente del Parlamento Europeo, eletta Martedì 18 Gennaio 2022 a larga maggioranza dagli eurodeputati riuniti a Strasburgo in plenaria. Sono passati vent’anni da Nicole Fontaine e quaranta da Simone Veil.
Le sue prime parole, dopo i ringraziamenti, sono stati per il predecessore David Sassoli, scomparso una settimana fa:

«Lavorerò e farò del mio meglio, come presidente del Parlamento, per raccogliere l’eredità di David Sassoli, che è stato un combattente per l’Europa e per questo Parlamento».

 

Un segno di vero e proprio cambiamento

Con l’elezione di Metsola ci sono tre donne al vertice delle istituzioni europee:

  • Roberta Metsola al Parlamento,
  • Ursula von der Leyen alla Commissione Ue
  • Christine Lagarde alla Banca centrale europea

Un segno di un cambiamento e della necessità della politica di adeguarsi. Non a caso su quattro candidati alla presidenza, tre erano donne. Metsola ha ottenuto 458 voti, quando ne bastavano 309. I votanti sono stati 690: schede bianche o nulle 74, i voti espressi 616.

La svedese Alice Bah Kuhnke, candidata dei Verdi, ha ottenuto 101 preferenze, la spagnola Sira Rego della Sinistra 57, mentre il candidato dei conservatori dell’Ecr, il polacco del Pis Kosma Zlotowsk si è ritirato martedì mattina prima della votazione.

Metsola, da avvocato a Presidente del Parlamento Europeo

Metsola ha 43 anni, fa parte del PPE ed è parlamentare europea dal 2013, quando era stata la prima parlamentare europea eletta a Malta. Prima di allora era stata un avvocato esperto di diritto europeo – si è laureata al Collège d’Europe di Bruges, come moltissimi funzionari e politici europei – e dal 2012 al 2013 consigliera dell’Alta rappresentante per gli Affari esteri, Catherine Ashton.

Fino alla sua elezione, era stata la prima vicepresidente del Parlamento Europeo. Fa parte dell’ala moderata del PPE e in questi anni si è fatta notare soprattutto per il suo lavoro di mediazione con i gruppi di centro e di centrosinistra.

Nelle ultime settimane la sua candidatura era stata minacciata dalle sue posizioni contro l’interruzione di gravidanza, cosa non gradita a Socialisti e Liberali. Nessuno dei due gruppi aveva presentato una candidatura alternativa che potesse unire il centro, il centrosinistra e la sinistra.

 

 

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