BellezzaHome » Donne » Bellezza » Gibson Girls: storia, stile e rivoluzione femminile nella Belle Époque Gibson Girls: storia, stile e rivoluzione femminile nella Belle Époque Da Maria Carola Leone Pubblicato 17 minuti fa7 min lettura 0 2 Era la fine dell’Ottocento quando, grazie alla matita di Charles Dana Gibson, nacque quella che può essere considerata la prima tendenza beauty e di stile della storia moderna. Le sue illustrazioni ritraevano donne emancipate, ironiche e sicure di sé, che spesso riducevano la figura maschile ad un accessorio minuscolo e inutile. Gibson Girls, sinonimo di libertà femminile “Gibson Girls”: questo è il nome con cui sono passate alla storia le fanciulle che, attraverso l’abbigliamento e l’atteggiamento, incarnavano il desiderio di liberarsi dalle costrizioni sociali dell’epoca. Nel 1881, Gibson vendette la sua prima illustrazione alla rivista Life, con la quale collaborò per i successivi trent’anni, fino a diventarne editore e proprietario nel 1918. Le sue opere apparvero anche su altre prestigiose pubblicazioni come Harper’s Weekly, Scribner’s e Collier’s. Vita stretta e corpo a ‘S’: il nuovo canone di bellezza Le Gibson Girls sono facilmente riconoscibili. Il canone estetico scelto da Gibson risentiva dell’influenza della Belle Époque (che in realtà si estese all’incirca dal 1890 allo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914), un periodo di transizione dalla rigidità vittoriana a una silhouette leggermente più morbida, ma comunque molto strutturata. La silhouette femminile era esageratamente sottile, con la vita strettissima e le gambe lunghe. L’obiettivo era creare una forma del corpo a ‘S’, enfatizzando il busto in avanti e i fianchi all’indietro. Questo risultato fu possibile grazie all’evoluzione del corsetto, ridisegnato per essere meno dannoso di quelli dell’era vittoriana. Un modello innovativo, promosso dal medico francese Ines Gache-Sarraute, introdusse il busk (il stecchetto centrale) dritto, che spingeva i organi interni verso l’alto e in fuori invece di schiacciarli, offrendo, almeno in teoria, una maggiore libertà di movimento. Gigot, gonne scampanate e chignon: gli elementi chiave dello stile Oltre al corsetto, lo stile Gibson era un mix di eleganza e praticità. Maniche a gigot (o “a prosciutto”, gonfie in alto e strette sul polso), gonne scampanate, bluse in mussola con cravattino e scolli a ‘V’ sul petto o sulla schiena erano gli elementi distintivi. I capelli, lunghissimi, erano raccolti in un grande chignon alto, spesso “cotonato” per dargli volume, un’icona di quell’epoca. Le muse ispiratrici di Gibson Le donne ritratte da Gibson non erano frutto di sola fantasia. Le sue muse erano donne reali e affascinanti dell’epoca: sua moglie Irene Langhorne, la socialite Nancy Astor (prima donna a sedere nella Camera dei Comuni britannica), l’attrice Camille Clifford, celebre per la sua silhouette a “S” e la modella e attrice Evelyn Nesbit. Tra le altre ispiratrici figura anche l’italiana Lina Cavalieri, celebre attrice e soprano, considerata una delle donne più belle dell’epoca. I Grandi Magazzini e la nascita dell’accessorio moderno In questo periodo florido, la rivoluzione industriale e la nascita dei Grandi Magazzini resero la moda accessibile a un pubblico più ampio. Nacque così l’esigenza di personalizzare il proprio stile attraverso gli accessori. Guanti, ombrellini, borsette, spille e cappelli elaborati divennero fondamentali per completare un look. Per il giorno, gli stivaletti Balmoral, in pelle e stringati, univano moda e comfort. Per la sera, invece, l’ideale era una femminilità eterea e impeccabile, caratterizzata da una pelle diafana, al punto da far risaltare le vene. Per ottenere questo effetto, alcune donne arrivavano a scurire deliberatamente labbra e occhiaie con il succo di barbabietola rossa. Le origini dei colossi cosmetici Proprio in questa epoca, l’Edwardiana (il periodo corrispondente al regno di Edoardo VII, 1901-1910), gettò le basi dell’industria cosmetica moderna. Le prime produzioni di ombretti in polvere e rossetti, sebbene ancora rudimentali, iniziarono a circolare. Quelle che erano poco più che case cosmetiche anonime ai primi del Novecento, si sarebbero in pochi decenni trasformate nei colossi globali che oggi conosciamo come Maybelline e Max Factor. Le Gibson Girls incitano all’indipendenza Oltre a lanciare uno stile, le Gibson Girls incarnavano un’idea rivoluzionaria: quella di una donna in cambiamento, alla ricerca di autonomia e autodeterminazione. Nelle illustrazioni di Gibson, queste donne leggono, fanno sport, lavorano e si intrattengono in società senza la compagnia di un uomo. Non erano solo un’icona di bellezza, ma le precorritrici di un nuovo ruolo femminile nella società, donne che vissero e gettarono le basi per i primi movimenti rivoluzionari femministi del XX secolo.