Monocolore e sobrio, ricchissimo e quasi eccessivo: l’albero di Natale parla di noi!

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Le sfere dei nonni. Gli addobbi comprati in viaggio. Quelli realizzati dai bambini a scuola. Un Babbo Natale. Alcuni angeli di buon auspicio per l’anno che verrà. Stelle a simboleggiare i sogni. Cuori a propiziare l’amore. Qualche fiocco  ad anticipare i regali da scartare. Poi le luci, a riscaldare l’atmosfera. Infine il puntale, messo dal più piccolo di casa preso in braccio dal più alto. Su come addobbare l’albero di Natale, ognuno ha i suoi gusti e soprattutto le sue tradizioni.

Il primo albero di Natale lo fece Margherita di Savoia

alberi di natale

Ed ogni abete rivela la personalità di chi lo ha vestito a festa. C’è il tipo modaiolo che sceglie solo i colori di stagione. Il goloso che, tra caramelle, biscottini e bastoncini di zucchero, lo preferisce “da mangiare” giorno per giorno. Il creativo che punta sul fai-da-te. Il nostalgico che usa solo pezzi di quando era bambino. Il pigro che lo compra già decorato. E così via.

A “confessare” chi siamo ed anche chi vorremmo essere non sono solo gli ornamenti che scegliamo, ma perfino quando li compriamo: all’ultimo minuto o, magari, durante tutto l’anno nei negozi specializzati dove è Natale tutti i giorni, vero e proprio trend che sta conquistando anche il nostro Paese ed, a modo suo, ne racconta la storia.

L’albero di Natale, in Italia, è stato fatto per la prima volta al Quirinale dalla Regina Margherita di Savoia, a fine Ottocento. Prima lo hanno copiato solo le famiglie nobili e via via si è diffuso in tutte le case.

L’albero di Natale con decorazioni natalizie in vetro

decorazioni natale

Oggi rimangono solo due soffierie  di vetro storiche. La Soffieria De Carlini, a Macherio, in Lombardia, nata nel 1947, dove gli ornamenti sono realizzati in vetro soffiato a bocca. Tra gli addobbi più noti di questa soffieria ci sono quelli con i soggetti delle favole. C’è anche un gruppo di Biancaneve ed i sette nani che è stato realizzato per Disney in occasione dell’ottantesimo anniversario del lungometraggio animato. E poi ci sono le cosiddette Damine, che raffigurano le dive degli anni Cinquanta e Sessanta: Sophia Loren, Grace Kelly, Audrey Hepburn..con i loro abiti griffati iconici. Ci sono poi le sfere dipinte da Diguel, che ogni anno ne presenta una nuova.

La lavorazione è complessa e per realizzare un solo pezzo può essere necessaria un’intera settimana. Tra i soggetti ci sono principi e principesse, interi “set” di questa o quella fiaba, più versioni di uno stesso personaggio per soddisfare le esigenze delle collezioni.

Ci sono poi le sfere di Murano, realizzate secondo tradizione, che però non “vestono” l’abete. Il vetro di Murano è abbastanza pesante e non può essere appeso all’albero, ma va collocato su un appoggio in metallo.

Al di là delle mode, gli alberi di Natale illustrano passioni profonde.

 

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