Stupratori: chi sono e perchè si sentono in diritto di violarci?

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Sono in gran parte uomini "insospettabili", persone delle quali non abbiamo paura, il partner, l'ex, il fidanzato, un parente. Sul totale degli stupri, solo il 4,6% è opera di estranei.

La violenza di uno stupro non si cancella mai, ti insegue per tutta la vita, nei ricordi, nella paura. E’ una ferita impressa nella carne e nel cuore. Ma chi sono gli stupratori?

Sono uomini violenti che agiscono convinti di potersi prendere ciò che gli spetta per diritto maschile: il corpo di una donna, la quale la ritengono solo un oggetto sul quale sfogare gli istinti, la femmina da sottomettere, l’amante obbligata a compiacerlo, l’ex da punire, l’estranea da usare e gettare come l’avanzo di un pasto. Questi sono gli uomini che violentano le donne. Mariti o fidanzati, ex o attuali, parenti oppure ombre mai viste che ti afferrano per la strada e ti trascinano dentro un portone. Che tu abbia quindici anni o sessant’anni, che tu sia una povera clochard o una studentessa piena di ottimismo, che tu sia una dottoressa che lavora di notte per aiutare, o persino, una ragazza che ti sta aiutando nel centro profughi. Non gliene frega niente di chi siamo ma vogliono solo averci.

Tracciare un identikit del fenomeno stupri non è affatto semplice

Tracciare un identikit del fenomeno stupri non è affatto semplice

I dati dell’Istat, fermi al 2014, dicono che un milione e 150mila donne in Italia ha subito uno stupro o un tentativo di violenza nel corso della vita, e quasi il 90% non lo ha denunciato. Una tragedia intima che non si dimentica ma anche un’emergenza sociale che si perpetua sulla nostra pelle, come dimostrano le cronache degli ultimi giorni.

Quantificare gli stupri è complicato, perchè la maggior parte delle donne, nove su dieci, non denuncia, come dimostrano i dati Istat. Quindi, se le denunce crescono, non possiamo affermare con certezza che gli stupri siano aumentati. Cosa che possiamo invece dedurre per altri reati, come i furti d’auto, che emergono sempre. Se diminuiscono, al contrario, potrebbe voler dire solo che le donne si fidano meno delle forze dell’ordine. Dopo il caso di Firenze sarebbe plausibile.

Per una donna denunciare è difficile, perchè lo stupro ti annulla completamente ed anche perchè la maggioranza delle violenze viene da persone vicine, addirittura dal partner.

I processi poi durano anni. La donna è costretta a rivivere l’esperienza per anni nei dibattimenti, non riesce a chiudere quel capitolo. Il dolore si perpetua nei tribunali, dove ancora si assiste alla follia che chi ha subito violenza deve dimostrare di non essere stata consenziente.

Dal 2006 al 2014 gli stupri non sono cresciuti nè diminuiti. Un dato molto negativo, visto che altre forme di violenza di genere, quelle meno gravi, sono in calo. In particolare, ci sono meno molestie sessuali, violenze psicologiche e fisiche, soprattutto tra le giovani. Probabilmente, grazie alla crescita della presa di coscienza femminile ed alla condanna sociale che si è creata nel Paese, molte più donne interrompono la relazione alle prime avvisaglie.

Le violenze però crescono in gravità. La maggior consapevolezza femminile porta ad una reazione più forte degli uomini.

I dati ci aiutano a delineare l’identikit dello stupratore?

Sono in gran parte uomini “insospettabili”, persone delle quali non abbiamo paura, il partner, l’ex, il fidanzato, un parente. Sul totale degli stupri, solo il 4,6% è opera di estranei. Il caso di Rimini o quello della clochard a Roma fanno parte di questa piccola percentuale.

Occorre quindi investire di più nella lotta contro la violenza e soprattutto assumere tante donne nelle istituzioni in modo da favorire l’ascolto. Siamo riusciti a far diminuire gli omicidi di uomini nell’arco di 40 anni, non si può pensare che questa stessa cosa non possa accadere per i femminicidi e gli stupri.

 

 

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