Il mio 2022, riflessioni per un grande inizio

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Il mio 2022, riflessioni per un grande inizio

Caro 2022, quest’anno sei stato uno dei più difficili da affrontare.

Quando sei iniziato mi hai stupito, dopo lunghe attese finalmente qualcosa si stava smuovendo: il lavoro ad esempio. Ma purtroppo qualcosa è andato storto; nonostante i tre vaccini ho preso il Covid.

Il primo pensiero fu: “spero che non mi prenda le vie respiratorie”, la mia paura in assoluto era quella di peggiorare. Quei giorni ero nel letto con un forte mal di testa, fortuna ha voluto che non avessi altro.

Dopo 10 giorni di Quarantena, ho ripreso un poco alla volta la mia vita: a fare sport, a scrivere, a cantare e ricominciare a lavorare.

Non sempre risultava facile, avevo degli strascichi: il fiato molto corso ed ogni piccolo sforzo, come ad esempio salire le scale mi sembrava quasi impossibile da praticare.

Avevo ripreso boxe ma tenere gli stessi ritmi dei mesi precedenti era tosto, ma ho accettato la sfida.

Nel corso dei mesi ho avuto una serie sfortunati eventi, ho dovuto smettere di allenarmi ma questo non mi ha impedito di continuare a fare movimento. Certo non come avrei voluto, ma un passo alla volta prestando molta attenzione ai limiti da non superare.

Nonostante avessi un lungo periodo di buio, ho cominciato a vedere la fine del tunnel e con lo stesso un piccolo bagliore.

Dopo tante candidature inviate, finalmente nuove opportunità. Non potrei mai dimenticare quella mail con scritto “Ammessa come riserva in polizia locale” o le varie telefonate per i colloqui nel mio settore. Dopo tanti stop causa covid i nodi si stavano sciogliendo.

Quest’anno è stato anche un anno di transizione: sono entrata negli enta. La domanda che tutti mi ponevano era: “Come ti senti ad entrare nei trenta?” Rispondevo con una semplice risposta: “Sono sempre io, solo con un anno in più. Con la maturità di apprendere maggiormente cosa voglio fare nella mia vita e cosa non voglio nella stessa”.

Allo scoccare della mezzanotte in attesa del mio compleanno riflettevo sulle parole che il mio papà mi disse il giorno del mio diciottesimo Compleanno:  “Adesso non c’è più papá. Tanti auguri”. In un primo momento ci restai molto male, non capivo il significato di tale affermazione.

Solo il tempo ha spiegato nella praticità ed ancora oggi quella frase mi insegna qualcosa.

Quest’anno è stato anche un anno di ritrovamenti: nelle relazioni, nelle amicizie, negli affetti ma soprattutto in me stessa. La vita ti mette sempre a dura prova e tu dalla stessa devi uscirne sempre vincitore. Anche se ti sembra di aver perso. Ma non è così, non comprendiamo il motivo di questo vissuto ma sicuramente impariamo qualcosa. Se succede significa che doveva succedere, che avevi qualcosa da apprendere e dare allo stesso momento.

Non capiremo mai il perché, ma il destino, il fato sì. Io credo che ognuno di noi abbia un ruolo preciso su questa terra anche se non lo conosciamo. Ognuno di noi ha la sua storia scritta, come un libro solo che il finale è per noi uno sconosciuto.

In questo 2022 ho conosciuto la parola solitudine, prima la temevo come la peste, ma poi conoscendola, frequentandola è diventata una mia amica. Insieme abbiamo fatto tante cose che magari prima ero troppo pigra per farle. Ho dedicato del tempo a me stessa ed è stato il miglior tempo mai speso.

Con la solitudine ho apprezzato anche la compagnia, dopo anni trovare di nuovo quelle persone con cui eri cresciuta, ricordare i vecchi momenti e riderci. Sembra banale ma anche le cose banali sono spesso le più importati, quasi fondamentali per il nostro essere.

Tutti ci facciamo sempre delle aspettative e quando non vengono esaudite, ne restiamo delusi, amareggiati, scoraggiati. Così restiamo in attesa che arrivi qualcuno, che ci tiri su, che ci scrolli di dosso quella polvere.

Questo è da stolti, perché se non venisse nessuno, resteremo lì seduti in attesa? Resteremo lì ad aspettare un qualcosa che non arriverebbe mai. Dobbiamo noi essere i primi ad alzarci, se troviamo una mano che ci aiuta possiamo sempre dirgli Grazie, ma il primo a fare il grande passo dovremmo essere sempre noi. Dopotutto la Fenice rinasce dalle sue ceneri.

Ecco dobbiamo comportarci come fenici, rinasciamo dalla polvere più forti, tenaci e capaci. Niente è impossibile, la vita è una dura lotta continua ed allora combattiamo. Siamo deboli, stanchi, ammaccati: fermiamoci riprendiamoci e di nuovo pronti a vivere.

Non so quali avventure mi attenderanno in questo 2023. Ma di una cosa sono certa: qualunque esse siano, voglio viverle a pieno. Belle, brutte, nella gioia, nella sofferenza ma sono mie!

Vi auguro un Buon fine 2022!

 

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