Marie Antoinette, l’icona di stile e sfarzo

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Marie Antoinette, la Regina che perse la testa per colpa della rivoluzione francese, fu un vero e proprio simbolo influente della moda per il XVIII secolo. Tutto questo e molto altro è raccontato in chiave pop all’interno della pellicola diretta da Sofia Coppola datata al 2006 intitolata proprio “Marie Antoinette”.

Una musa per il mondo della moda contemporanea

La sposa di Luigi XVI, re di Francia, entrò a Versailles nella primavera del 1770 fino al 1789 (anno cruciale per la storia del suo paese). Si trasferì al Palazzo Tuileries il 6 Ottobre della stessa annata poco prima di essere decapitata.

 

Il suo stile ha cambiato la sua epoca riuscendo a portare, ai giorni d’oggi, alcuni strascichi. 232 anni dopo dalla sua dipartita, Marie Antoinette detiene altro ancora il primato di eleganza e raffinatezza. La prima tra le dive.

La regina amava lo stile rococò, la robe à la popolaise e tutti quegli abiti sontuosi ricchi di dettagli e gioielli. Indimenticabili anche le acconciature piramidali super eccentriche impreziosite da piume, gioielli, fiori, perle con cui era possibile dare libero sfogo alla creatività.

Con la Delfina di Francia, si deve la nascita della chemise à la reine, un abito di mussola bianca dal taglio neoclassico che ricorda molto la sottoveste e del color “pulce” e di alcune tonalità di rosa che furono prese in prestito dalla figura di Madame De Pompadour col fine di modernizzarle.

Marie Antoinette, il cinema e la moda nel XXI secolo

Diversi sono i fashion-designers – solo per citarne alcuni Lagerfeld, Galliano, Dior e Burton per McQueen – che non sono riusciti a sfuggire al fascino di questa regina modaiola diventata musa per il mondo della moda contemporanea.

Anche il cinema non è rimasto indifferente al suo fascino. Come accennato in precedenza, 15 anni fa Sofia Coppola volle rinfrescare la sua memoria in chiave glamour e mai scontata. La chiave di lettura scelta dalla regista statunitense fa riferimento alla biografia di Marie Antoinette pubblicata nel 1932 da Stefan Zweig. Questa racconta la vita di una semplice adolescente del nuovo secolo inserita in un contesto statico fatto di convezioni.

Uno degli elementi affascinanti descritti magistralmente dalla pellicola, oltre la storia della regina, è sicuramente il gusto e la ricerca che ruota intorno ai costumi.

Vere e proprie opere d’arte sono questi fashion-projects creati da Milena Canonero che ritraggono anche la sfera psicologica fortemente voluta dalla regista. Un’indagine visuale delle iconografie dei dipinti settecenteschi costituita da gioielli, acconciature, ricami e corsetti ben strizzati.

I costumi raffinatissimi, realizzati dall’italiana Alessandra Cinti, titolare della sartoria The One, sono impreziositi con rifiniture fatte da merletti, ricami ed applicazioni che richiamano le lavorazioni dell’epoca.
Uno dei costumi che balzano di più all’occhio attento dello spettatore è probabilmente l’abito in seta che Marie Antoinette indossa per l’incoronazione.

170 sono stati i confezionamenti sartoriali dei costumi di cui 100 sono stati cuciti per la protagonista, l’attrice Kirsten Dunst che ha reso questo film un vero e proprio cult del cinema degli inizi anni Duemila. Indimenticabili sono le calzature di Manolo Blahnik e le modernissime All Star Converse indossate dalla Dunst.

“Marie Antoinette” rappresenta un esempio per la storia del costume cinematografico. Questo film ha dato vita a un nuovo modo di selezionare e vivere il soggetto storico inserito in un prodotto di intrattenimento non soporifero ma appealing anche per le nuove generazioni.

La Regina descritta da Sofia Coppola è moderna, ribelle, elegante e vicina ai giovani di oggi. Un emblema che non invecchia mai, la prima sovrana al mondo che ha creato il concetto di moda femminile alla ‘Gabbia dorata’ di Versailles.

 

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