Haiku e alchima, la storia di una forma poetica ancestrale

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HAIKU E ALCHIMIA

Una visione oltre lo Zen, oltre le apparenze e la realtà circostante

Oggi è un giorno fantastico perchè ho avuto modo di intervistare l’autrice di un libro molto interessante “Haiku e alchimia” (Falò edizioni) scritto da Rita Cerimele. Una donna dalla voce squillante al telefono, una donna  che trasmette energia e buon umore! Ci si lascia contagiare piacevolmente da lei e dalla sua vita.

Non si può non chiederle dove abbia trovato l’entusiasmo per iniziare una strada così tortuosa come quella della scrittura soprattutto, come ha affermato più volte,  se iniziata per hobby!

Già, perchè Rita scrive per passione e questo arriva dritto al cuore di chi legge i suoi libri.  Conosciamola meglio però partendo dalla moda…

  1. Rita, che rapporto hai con la moda?

Posso concedermi una licenza poetica? La moda è narrativa, è poesia, un racconto breve, un romanzo, è costume, uno stile di vita. È arte di manifestare l’arte. Per rimanere in tema col mio libro “Haiku e Alchimia” , la moda è l’equilibrio tra innovazione e tradizione. Con la moda ho lo stesso rapporto che ho con la scrittura. Se mi ispira la seguo. Moda dal latino modus significa maniera, tempo, melodia, ritmo, tono, discrezione, esattamente come un haiku.

  1. Cosa ne pensi della moda di quest’anno? E’ in linea con le tue preferenze?  Cosa ne pensi dei pantaloni a palazzo, culotte, pantaloni tuta? E del cappotto “peloso” nella versione in jersey effetto montone?

La nuova collezione propone outfit condivisibili. Non tutte sfiliamo in passerella, non tutte vestiamo taglie da top model. Facendo i conti con la mia fisicità apprezzo i pantaloni a palazzo e a culotte. La tuta richiede un fisico ben proporzionato, asciutto. È un capo che indossavo volentieri  anni fa. Il cappotto peloso solo nella versione jersey. Le ultime tendenze sono frange anni ‘20 stile charleston per figure esili e molti capospalla dal taglio maschile un po’ anni ’80 senza spalline. Beata femminilità, fatti vedere!

rita cerimele

  1. Che rapporto hai con i vestiti corti in generale, pantaloni a vita alta di gran moda quest’anno?

I vestiti corti potrei indossarli completati da collant coprente e stivali alti. I pantaloni a vita alta non rientrano tra le mise che preferisco.

Rita Cerimele

  1. Qual’ è quel capo o quell’accessorio di cui non faresti mai a meno?

Gli anelli non devono mai mancare, come gli orecchini. Senza mi sentirei nuda! Mi piace impreziosire abiti classici con collane originali o foulard. È l’accessorio a fare la differenza.

  1. E i personaggi del tuo libro che tipo di abbigliamento indossano? Credi che si troverebbero a loro agio con la cultura occidentale?

Se parliamo dei grandi maestri citati nel mio libro erano perlopiù monaci buddhisti o shintoisti vestiti dal kimono tradizionale. Gli autori contemporanei potrebbero essere in linea anche con la moda occidentale con qualche sorriso, qualche inchino, mantenendo la loro tradizione.

  1. Di cosa parla Haiku e Alchimia e come li immagini se dovessi descriverli? Hanno un accessorio che li caratterizza?

“Haiku e Alchimia” ripercorre a 360° la storia di una forma poetica ancestrale dalle origini ai giorni nostri, tra Oriente ed Occidente. In maniera sintetica spiega l’origine storica della poesia giapponese nelle varie epoche con le diverse forme di linguaggio utilizzate. Cita i grandi maestri che ne sono stati ispirazione nel passaggio tra tradizione classica e poesia modernista. Se dovessi descrivere l’abbigliamento degli haiku, li immagino col kimono avvolto intorno al corpo sempre con il lembo sinistro sul destro fissato da un’ampia cintura annodata sul retro, obi, sandali zōri, simili alle infradito e i tabi, calzini che dividono l’alluce dalle altre dita, seduti a gambe incrociate in meditazione Zen.

  1. Il tuo stilista preferito o lo stile che ami di più?

Quando anni fa lavoravo al GFT, Gruppo Finanziario Tessile di Torino, apprezzavo Valentino Garavani. Adesso lo stilista giapponese Issey Miyake. Il video della sua collezione P/E a Parigi mi ha entusiasmata, è stato un’iterazione moderna della gioia che le persone trovano nell’indossare vestiti. Uno stile leggero, fluttuante, libero dalle costrizioni.

  1. Il tuo motto e se lo hanno il motto dei personaggi del tuo libro?

Sorridere sempre. Il sorriso è gratuito, previene le rughe e aiuta a vivere meglio la vita. E di Matsuo Bashō: «Se ci si concentra sulle proprie emotività, se le si pone in armonia con le cose, allora, l’essenza del proprio cuore e della propria mente formano lo haikai». Il termine haiku è stato introdotto nel ‘900 da Masaoka Shiki.

  1. Credi che il mondo orientale e quello occidentale abbiano dei punti di incontro o dal tuo punto di vista, nella moda, nello stile, nella cultura è la diversità a prevalere?

Le usanze e i modi di fare giapponesi sono differenti dalle nostre. Ci sono cose che a noi sembrano strane, tanto da strapparci un sorriso o farci rimanere a bocca aperta. Noi occidentali per salutarci usiamo la classica stretta di mano o il bacio sulla guancia, in Giappone si usa l’inchino. Più è profondo più è alta la forma di rispetto. I contatti fisici infatti, sono ridotti al minimo. Nonostante la notevole distanza geografica e le spiccate differenze culturali, Italia e Giappone rivelano caratteristiche simili. Affrontano problematiche comuni come le calamità naturali, l’approvvigionamento energetico, l’invecchiamento progressivo della popolazione. Analogie sostanziali che hanno portato alla nascita di interessanti opportunità di cooperazione in settori innovativi e comparti più tradizionali quali l’enogastronomia, la meccanica e il Sistema moda. Una curiosità? Italia e Giappone hanno in comune una data importante: l’unificazione dell’Italia nel 1861 e l’apertura del Giappone con l’inizio dell’epoca Meiji, sempre nel 1861.

 

 

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