Le fate dell’arcobaleno: il potere magico di Colory

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I poteri magici delle Fate dell'Arcobaleno e della natura

Era un giorno meraviglioso e luminoso, il sole ogni mattina si svegliava prima di tutti, per dare il buongiorno e un buon risveglio a tutti gli abitanti del bosco.
Le fatine erano le prime ad uscire, andavano a svegliare tutte le creature magiche con il suono delle loro ali. Erano grandi e forti, il loro potere dipendeva da lì, solo la Fata Madrina poteva restituire la magia nel caso in cui avessero perso le ali concedendo  doni alle piccole fate, come regalo di nascita.
Il bosco incantato era un luogo pacifico: tutti andavano d’accordo, gli alberi suonavano melodie con le loro verdi foglie. Quel canto melodioso rendeva allegri anche gli abitanti del mare.

Gelsy: “Madrina, ho avuto una visione”

Madrina:  “Gelsy, fammi vedere”

Gelsy: – “Si Madrina, guarda”.

Gelsy prevedeva il futuro, Madrina le aveva regalato questo dono. Bastava che la guardasse negli occhi e vedeva la sua visione.

Madrina: “Gelsy è terribile!

Gelsy: Lo so Madrina, non volevo crederci. Ho dovuto cercare di capire, ma sui libri non ne parlava. Quando ho avuto la visione sono subito corsa da te.

Madrina: Hai fatto bene, chiamo subito Pensierina, lei farà arrivare il messaggio a tutti. Tu vai dalla ninfa del mare, con questo
sigillo lei saprà cosa fare”

Gelsy: Si Madrina.

Gelsy fece ciò che le era stato ordinato, purtroppo non sapeva quando sarebbe avvenuta la suavisione, doveva essere pronta. Era la prima volta che la sua visione fosse stata incompleta.
I giorni si susseguirono, nulla accadde, tutto era sereno.
Quel mattino, l’aria era diversa, corse da Ary per chiederle cose stesse accaddendo, ma trovò la sua abitazione chiusa e spenta.
In lontananza il buio, l’ombra stavano invadendo la foresta, Madrina chiamò le fate guerriere pronte ed armate.
Luxy arrivò stremata al castello, era debole e fragile, doveva riposare.
In lontananza Spettry vide una sagoma nera che faceva marcire ogni cosa, Madrina venne avvisata da Pensierina.

Fata Nerina, perché fai questo?”- “Mi hanno strappato le ali”- “chi Nerina?”- “Noryx”.

Noryx era uno spettro che odiava ogni emozione, gioia, ogni sentimento puro e felice.

“Madrina, credo di aver la soluzione. Ora Luxy sta meglio. Posso andare? “-” si Purity, ma stai attenta”.

Si avvicinò a Nerina, cominciò ad evocare un canto nella lingua antica fatata, più si avvicinava più enfatizzava il canto.
Nerina cominciò a perdere i poteri dello Spettro, i suoi legami si slegarono fino a rompersi completamente.
Madrina aveva raggiunto Nerina, le aveva ridato le ali, le quali ora erano più solide e resistenti.
Nerina, tornò ad essere ciò che era sempre stata, ovvero una fata felice ed in pace. Come ringraziamento per le nuove ali e per il suo dono, chiamò insieme a lei Luxy: “Vieni, voglio far risplendere questo posto e ho bisogno del tuo aiuto” – “si, dimmi cosa devo fare?” – “emana una luce intensa, io farò il resto”.
Luxy fece ciò che le era stato chiesto, da quel momento comparve in cielo un arco pieno di colori. Ciò che era stato distrutto riprese vita.
Nerina prese il nome di Colory, la fata dell’arcobaleno, la quale portava in vita tutto quello che non lo era più.

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